Brano: [...]te indebitati dell'Africa, per i quali Sudan e Zaire fanno solo da esempio, non hanno nessuna possibilità di sottrarsi al diktat del Fondo Monetario che svolge una politica sociale e di sviluppo disastrosa. »
Neocolonialismo e terzomondismo
Il neocolonialismo, che supera di gran lunga il colonialismo storico come forma di sfruttamento delle risorse naturali e umane delle ex colonie, viene spesso chiamato in causa negli studi riguardanti il Terzo Mondo. Nella vastissima letteratura concernente tale argomento e nelle iniziative politiche o culturali che vengono prese nei paesi industrializzati nei riguardi del Terzo Mondo, è facile incontrare analisi e proposte che, di fatto, costituiscono una copertura ideologica del neocolonialismo.
Si tratta di inchieste che, rispondendo ad una reale domanda di documentazione deH'opinione pubblica democratica sulle condizioni delle ex colonie, ne descrivono con abbondanza di particolari il « mancato sviluppo », quindi le guerre, le carestie, i genocidi ecc. da ciò derivanti, evitando però di mettere in luce la causa prima di questi stessi fenomeni, ossia il meccanismo di sfruttamento capitalistico fondato sulla « divisione internazionale del lavoro » e le funzioni svolte[...]
[...]le ex colonie, ne descrivono con abbondanza di particolari il « mancato sviluppo », quindi le guerre, le carestie, i genocidi ecc. da ciò derivanti, evitando però di mettere in luce la causa prima di questi stessi fenomeni, ossia il meccanismo di sfruttamento capitalistico fondato sulla « divisione internazionale del lavoro » e le funzioni svolte a questo fine dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario. L'ideologia « terzomondista » fornisce del Terzo Mondo (e del cosid
detto Quarto Mondo, comprendente i paesi ridotti in condizioni ancor peggiori) immagini catastrofiche e un quadro caotico che sfugge alla comprensione dell’uomo della strada ma serve a suscitare in lui reazioni emotive, sia di razzismo e di paura, sia di protesta morale e umanitaria quando si verificano certi eccessi. Fra i lavoratori del mondo industrializzato viene così coltivata l’illusione di essere « diversi », di godere i frutti del progresso tecnologico e di doverli far arrivare, semmai, alle misere popolazioni che ne sono sprovviste. Non viene denunciato il fatto che l[...]
[...]bbe essere condotta contro il sistema di produzione capitalistico si ottengono congiuntamente vari risultati: si perpetua la schiavitù economica dei popoli ex coloniali, si rinsaldano le catene dei lavoratori dei paesi industrializzati, si offre ai rispettivi governi la possibilità di procurarsi una falsa quanto facile copertura morale mentre continua la gara fra imprese pubbliche e private per assicurarsi i più alti profitti negli scambi con il Terzo Mondo.
Il deputato danese Mogens Glistrup, capo del Partito del progresso che con i suoi 20 parlamentari rappresenta la quarta formazione politica in Danimarca e sostiene senza ipocrisie le tendenze « naturali » di sviluppo del capitalismo, ha espresso il proprio punto di vista sulle ex colonie con queste parole: « Meglio lasciar morire di fame quella gente, che non trovarsela armata contro domani. Il modo migliore
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