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Il segmento testuale Terzo Mondo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Entità Multimediali , di cui in selezione 26 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 75

Brano: [...]te indebitati dell'Africa, per i quali Sudan e Zaire fanno solo da esempio, non hanno nessuna possibilità di sottrarsi al diktat del Fondo Monetario che svolge una politica sociale e di sviluppo disastrosa. »

Neocolonialismo e terzomondismo

Il neocolonialismo, che supera di gran lunga il colonialismo storico come forma di sfruttamento delle risorse naturali e umane delle ex colonie, viene spesso chiamato in causa negli studi riguardanti il Terzo Mondo. Nella vastissima letteratura concernente tale argomento e nelle iniziative politiche o culturali che vengono prese nei paesi industrializzati nei riguardi del Terzo Mondo, è facile incontrare analisi e proposte che, di fatto, costituiscono una copertura ideologica del neocolonialismo.

Si tratta di inchieste che, rispondendo ad una reale domanda di documentazione deH'opinione pubblica democratica sulle condizioni delle ex colonie, ne descrivono con abbondanza di particolari il « mancato sviluppo », quindi le guerre, le carestie, i genocidi ecc. da ciò derivanti, evitando però di mettere in luce la causa prima di questi stessi fenomeni, ossia il meccanismo di sfruttamento capitalistico fondato sulla « divisione internazionale del lavoro » e le funzioni svolte[...]

[...]le ex colonie, ne descrivono con abbondanza di particolari il « mancato sviluppo », quindi le guerre, le carestie, i genocidi ecc. da ciò derivanti, evitando però di mettere in luce la causa prima di questi stessi fenomeni, ossia il meccanismo di sfruttamento capitalistico fondato sulla « divisione internazionale del lavoro » e le funzioni svolte a questo fine dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario. L'ideologia « terzomondista » fornisce del Terzo Mondo (e del cosid

detto Quarto Mondo, comprendente i paesi ridotti in condizioni ancor peggiori) immagini catastrofiche e un quadro caotico che sfugge alla comprensione dell’uomo della strada ma serve a suscitare in lui reazioni emotive, sia di razzismo e di paura, sia di protesta morale e umanitaria quando si verificano certi eccessi. Fra i lavoratori del mondo industrializzato viene così coltivata l’illusione di essere « diversi », di godere i frutti del progresso tecnologico e di doverli far arrivare, semmai, alle misere popolazioni che ne sono sprovviste. Non viene denunciato il fatto che l[...]

[...]bbe essere condotta contro il sistema di produzione capitalistico si ottengono congiuntamente vari risultati: si perpetua la schiavitù economica dei popoli ex coloniali, si rinsaldano le catene dei lavoratori dei paesi industrializzati, si offre ai rispettivi governi la possibilità di procurarsi una falsa quanto facile copertura morale mentre continua la gara fra imprese pubbliche e private per assicurarsi i più alti profitti negli scambi con il Terzo Mondo.

Il deputato danese Mogens Glistrup, capo del Partito del progresso che con i suoi 20 parlamentari rappresenta la quarta formazione politica in Danimarca e sostiene senza ipocrisie le tendenze « naturali » di sviluppo del capitalismo, ha espresso il proprio punto di vista sulle ex colonie con queste parole: « Meglio lasciar morire di fame quella gente, che non trovarsela armata contro domani. Il modo migliore

75



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 74

Brano: [...]cita locale e produzione agricola, ponendo le ex colonie (quantunque abitate da popolazioni in maggioranza rurali) alle strette dipendenze del mondo capitalistico sviluppato per il proprio fabbisogno alimentare. La fame

crescente ha costretto i paesi in via di sviluppo a indebitarsi sempre più per poter finanziare le importazioni alimentari.

L’apporto totale netto di capitali da parte dei paesi industrializzati verso i paesi del cosiddetto Terzo Mondo non esportatori di petrolio è passato dai 15,4 miliardi di dollari del 1970 ai 59 miliardi di dollari del 1976. La composizione del debito ha subito nel corso degli anni una trasformazione: mentre nel

1967 il 23% del debito era destinato al rimborso dei capitali privati concessi in prestito, questa quota è salita al 43% nel 1977.

Tale andamento economico ha imposto ai paesi in via di sviluppo la necessità di accettare lo schema di divisione internazionale del lavoro deciso dai paesi industrializzati, un sistema che consente ai centri dominanti di monopolizzare i settori economici di più[...]

[...]nte ai centri dominanti di monopolizzare i settori economici di più alta produttività (cioè i settori a tecnologia avanzata), riservando agli altri paesi i settori produttivi esauriti, quelli a più alta concentrazione di manodopera, le lavorazioni insalubri e pericolose.

L’imperialismo culturale

Di pari passo e come strumento complementare per Io strangolamento economico e l’assoggettamento politico delle ex colonie e degli altri paesi del Terzo Mondo, i paesi industrializzati ma soprattutto gli U.S.A. hanno attuato attraverso i mass media, la scuola, le missioni religiose e apposite organizzazioni laiche, quella particolare forma di penetrazione ideologica che è stata definita « imperialismo culturale ». Ciò ha portato jran parte delle popolazioni soggette ad accettare e far propri quei modelli culturali e quei bisogni che i paesi industrializzati hanno indotto per assicurarsi un sempre più largo mercato di consumo. L’urbanizzazione determinata dalle immigrazioni interne della manodopera rurale spinta dalla fame e attratta dal mito del « [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 587

Brano: [...]
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4 Novembre 1918 Q mu slot * per k , . «

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30 Ottobre 1922 S M f* ■ v.^/vsce ,0 Mussolini nac.mcc formare J nuovo

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da, Belgio, Spagna, Portogallo); la spaccatura della Germania in due stati; la nascita (negli anni immediatamente successivi) di nuovi stati nel cosiddetto Terzo Mondo, soggetti a nuove forme di dominio coloniale (v. Neocolonialismo) ; un generale rafforzamento del sistema capitalistico internazionale guidato dagli U.S.A. e la formazione di un sistema socialista costituito dai paesi satelliti dell'U.R.SoS..

(Per ciascuno stato si vedano, nella tabella qui annessa, le date dalle quali fu direttamente coinvolto nel conflitto e, alle corrispondenti voci monografiche, le specifiche informazioni sulla sua partecipazione alla guerra e sulle conseguenze da ciò derivate).

Guerra mondiale, Seconda

Guerra iniziata l’1.9.1939 con l'invasione tedesca della Pol[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 239

Brano: [...]isti. Nella sua attività di politica estera, lo Stato Sovietico si oppone tenacemente all'espansione della controrivoluzione e alla politica di oppressione, sostiene le lotte per

la liberazione nazionale e contrasta risolutamente l'aggressione imperialista in qualunque lontana regione del nostro pianeta essa possa manifestarsi ».

Nello sviluppo pratico di questa impostazione, l’U.R.S.S. divenne uno dei maggiori esportatori di armi verso il Terzo Mondo, nel 1979 invaderà l’Afghanistan e nel 1980, di fronte alla crisi polacca, minaccerà l’intervento delle truppe del Patto di Varsavia per imporre alla Polonia il governo militare del generale Jaruzelski.

Nel 1975 l’U.R.S.S. aderiva agli accordi internazionali di Helsinski per il rispetto dei diritti civili. Nel 1977, per adeguare la propria legislazio

Carrista sovietico in Afghanistan (1980)

ne a quel solenne impegno assunto davanti a tutto il mondo, veniva varata in U.R.S.S. una nuova Costituzione, nella quale le libertà di coscienza, religione, espressione, riunione, stampa, assembl[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 393

Brano: [...]sey).

Notevole fu il suo impegno pacifista e, a tale proposito, istituì anche la « Giornata per la pace » che si celebra il 1° gennaio di ogni anno. Abolì, inoltre, alcune istituzioni e alcuni simboli papali ormai anacronistici come la tiara, segno del potere temporale, la « corte papale », l’esercito pontificio. Allargò la partecipazione di ecclesiastici non europei alle responsabilità della Curia Romana e creò cardinali numerosi vescovi del Terzo Mondo. Scrisse le encicliche Ecclesiam suam, Mense maio, Mysterium fidei, lustitia et Pax, SacerdotaJis coelibatus, Humanae vitae, Evangelii nuntiandi. Particolarmente ricordata la Populorum progressio {li progresso dei popoli) del 1967, nellat quale affrontò il problema dell’ingiustizia diffusa nel mondo.

P.Caf.

393



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 388

Brano: [...] l'aggressione fascista all'Etiopia, lottò per la difesa di quel paese africano e contro il colonialismo in generale. Nel 1936 fondò la rivista The Times and Et hi o pi a News.

Benché nel 1914 fosse stata contro ogni guerra, negli anni Trenta sostenne che solo la lotta armata poteva abbattere il fascismo e così appoggiò le democrazie occidentali nel secondo conflitto mondiale. Dopo il 1945 continuò a battersi per la liberazione dei popoli del Terzo Mondo e in particolare per l'emancipazione dell'Etiopia, dove si trasferì nel 1955. In quello stesso anno pubblicò il libro Ethiopia, A Cultural Hi story.

A. Per.

Pankok, Otto

N. a Muhlheim nella Ruhr (Germania) il 6.6.1893, m. a Wesel (Re

pubblica Federale Tedesca) il 20. 10.1966; pittore.

Studente dell’Accademia di Dusseldorf nel 1912 e presso l’istituto superiore di Weimar nel 1913, combattè nella Prima guerra mondiale. NeH’immediato dopoguerra conobbe Gert Wallheim che Io introdusse nel gruppo Junges Rheinland (Giovane Renania) e, nel 1920, si stabilì a Dusseldorf per esercitare [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 347

Brano: [...]noscimento dell’obiezione di coscienza al servizio militare.

La lotta per il riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza ha significato per i nonviolenti italiani il passaggio da posizioni di individualismo eticoreligioso a scelte sociopolitiche, fondendo l’influenza del pensiero gandhiano e di Martin Luther King con il pacifismo cristiano e l’antimilitarismo di origine socialista. L’appoggio ai movimenti di liberazione nazionale del Terzo Mondo, l’analisi del ruo

lo imperialista delle superpotenze, dello sfruttamento capitalistico e neocoloniale (v. Neocolonialismo) sono ormai diventati dati diffusi in questo ambito.

Il ruolo dei cattolici in questa fase è di particolare interesse: mentre la gerarchia religiosa non osteggia

i nuovi movimenti pacifisti di ispirazione confessionale (Movimento internazionale della riconciliazione, Movimento cristiano per la pace, Pax Christi), i cattolici più progressisti, spesso in stretta collaborazione con i protestanti italiani (da più lungo tempo sensibili su questi temi), svolgono un’ope[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 58

Brano: [...]almente sfruttato quegli stessi paesi, della cui arretratezza erano quindi le maggiori responsabili. Ciò rientrava perfettamente nella linea del neocolonialismo (v.).

Alle legittime rimostranze dei paesi interessati si rispose con la falsa argomentazione che soltanto i paesi industrializzati deH’Occidente sarebbero stati in grado di fornire tecnici specializzati e ciò mentre giacevano inevase le richieste di centinaia di tecnici dei paesi del Terzo Mondo!

A partire dagli anni Settanta la fine della discriminazione nei confronti della Repubblica Popolare Cinese (riconosciuta come unica rappresentante della Cina dal 25.10.1971) e l’ammissione all’O.N.LL di numerosi Stati sorti dalla lotta anticolonialista hanno portato a un’effettiva universalizzazione delle Nazioni Unite, quindi a un rovesciamento dei rapporti di forze in seno all’Assemblea a favore dei paesi del Terzo mondo. Nelle questioni più importanti venute in discussione a partire dagli anni Settanta, nel Consiglio di sicurezza i ruoli si sono invertiti ed è toccato quasi esclusivamente agli U.S.A. far ricorso al diritto di veto per impedire l’adozione di risoluzioni contrarie alla loro politica. Per questo motivo, oltre che per i vizi di origine, l’O.N.U. continua ad avere nelle vicende mondiali un ruolo secondario, quale punto di incontro e tribuna di dibattito (anche se jn certi casi utile) ma non certo assise internazionale con poteri di decisione. Si veda la voce Neocolonialismo.

A tali conclusioni[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 57

Brano: [...] conciliazione, si vide trasformata in strumento della guerra fredda al servizio di una sola parte. Al principio basilare dell’unità si sostituì di fatto quel

lo della maggioranza automatica filoamericana; di conseguenza, il veto dell’U.R.S.S., unico strumento che il blocco sovietico possedeva per controbattere le imposizioni delle potenze occidentali, divenne uno degli elementi tipici dell’attività del Consiglio di sicurezza.

Comparsa del Terzo Mondo

Ma nel frattempo la struttura stessa del mondo si andava profondamente modificando. Paesi immensi, come l’india, l’Indonesia e quasi tutto il continente africano, liberatisi dalla dominazione coloniale, acquistavano forza e prestigio in campo internazionale, con conseguente diminuzione del peso rivestito dalla Gran Bretagna e dalla Francia che, inizialmente, oltre ai propri popoli avevano rappresentato quelli dei territori assoggettati. Questi ultimi rivendicavano ora il diritto di gestire autonomamente la loro politica anche nei consessi internazionali. La riluttanza degli Stati coloniali[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 669

Brano: [...] degli Stati Uniti. Con la creazione del M.E.C. si persegue dunque in campo economico l’obiettivo di frenare il processo di decadenza relativa dell’Europa occidentale nei confronti degli Stati Uniti (e in parte anche del Giappone). In campo politico si mira invece a formare un nucleo compatto di Stati europei in grado di intervenire sull’arena mondiale con sufficiente autorità, sia di fronte agli U.S.A. che all’U.R.S.S., alla Cina e ai paesi del Terzo Mondo.

Principali tappe previste per l’attuazione del M.E.C. sono, nell’area da esso coperta, le graduali liberalizzazioni dei movimenti di merci, di forza lavoro e di capitali. Finora è stato però raggiunto (attraverso la eliminazione dei dazi doganali tra i paesi membri e la creazione di una tariffa doganale esterna comune) soltanto il primo di questi obiettivi, mentre il raggiungimento della seconda e della terza tappa è tutt’altro che scontato.

Gli ostacoli al M.E.C.

Una effettiva liberalizzazione della circolazione di mano d’opera tra i paesi che fanno parte del M.E.C. presuppone infa[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Terzo Mondo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---U.S.A. <---comunista <---U.R.S.S. <---socialista <---antifascista <---fascista <---O.N.U. <---capitalismo <---italiana <---italiano <---socialisti <---imperialismo <---socialismo <---Diritto <---Logica <---Partito comunista <---Storia <---comunisti <---fascismo <---italiani <---P.S.I. <---colonialismo <---neocolonialismo <---Bibliografia <---N.A.T.O. <---P.C.I. <---anticomunista <---fasciste <---ideologica <---imperialista <---isolazionismo <---pacifista <---siano <---stalinismo <---A.D.P. <---A.N.P.I. <---C.C. <---C.I.A. <---C.L.N. <---Corea del Nord <---Fisica <---Fondo Monetario <---Gran Bretagna <---Il Parlamento <---La Pietra <---La guerra <---La prima <---Luigi Longo <---P.C.U.S. <---Piano Marshall <---Pratica <---Stati U <---Stato operaio <---Voix Ouvrière <---anticolonialista <---antifascismo <---antimilitarista <---capitalista <---centralismo <---comuniste <---cristiano <---dell'Est <---ideologia <---internazionalista <---italiane <---laburista <---lista <---marxista 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